Buio in Sala si confronta per la prima volta con un testo di Luigi Pirandello e, grazie alla pregevole presenza della bravissima Ketty Governali, chiude in bellezza la stagione 2011/2012. Lo spettacolo viene poi ripreso nelle stagioni successive, registrando un notevole successo soprattutto presso le scolaresche per merito di una messinscena moderna e visionaria. Si replicherà fino al 2015.
Note di regia
Così è (se vi pare), esemplare indagine in tre atti che provoca e contrappone due teatri, è definita dall’autore una parabola: un’intera cittadina di provincia si unisce a condurre un’inchiesta su due personaggi assai grigi ma consapevoli di essere diversi: il signor Ponza e sua suocera, la signora Frola, che si accusano reciprocamente di essere pazzi perché intrattengono rapporti diversi con la stessa persona, considerata dall’uomo una seconda moglie, mentre dalla donna, la propria figlia e prima moglie del genero.
L’inchiesta assume toni inquisitori e crudeli da parte dei benpensanti provinciali, che diventano veri e propri carnefici dei due personaggi, a causa di quell’ istinto umano che sente il bisogno di ingabbiare tutto dentro un ordine costituito dalle convenzioni. Le due vittime sono sempre più solidali tra di loro, fino alla comparsa finale della signora velata che dichiarerà di essere sia la figlia della signora Frola, che la seconda moglie del signor Ponza e per sé nessuna: “Per me io sono colei che mi si crede”, battuta che provoca, oltre alla risata, il commento di Laudisi, personaggio-guida del dramma, e portavoce dell’autore: “Ed ecco, o signori, come parla la verità” , battuta ironica, nella quale risiede tutto il dramma dell’inconoscibile verità.