Dopo i successi riscontrati con “Storia di una Capinera”, Irene Tetto torna ad adattare per le scene un romanzo. La scelta ricade sul capolavoro pirandelliano, per coniugare esigenze artistiche alle numerose richieste delle scolaresche. Marcello Montalto incarna con ironia e grande istrionismo il ruolo del titolo. L’inserimento di videoproiezioni rendono il racconto moderno e innovativo. Lo spettacolo viene replicato così anche a Caltagirone e Giarre.
Note di regia
L’adattamento teatrale di Irene Tetto punta l’attenzione su una storia fatta di equivoci, simulazioni, falsità, menzogne: quella di Mattia e del suo “strano caso”. I personaggi che vediamo sulla scena-alcuni squisitamente allegorici o grotteschi, ricchi di ironia- mentono, dissimulano, o recitano (come se fossero a teatro, appunto): per primo quell’Adriano Meis che vive in panni non veramente propri. La scelta dunque di mantenere, così come nel romanzo, la voce narrante dello stesso Mattia Pascal, serve a dare esplicitamente conto allo spettatore di tutta la vicenda che tocca il protagonista in prima persona. Ma quella de Il fu Mattia Pascal è una voce sospetta di menzogna, che rende ancora più interessante -ma per questo più incisivo ed efficace- il dialogo con il pubblico e l’immersione nel suo mondo romanzesco.