Ultimo spettacolo della stagione “Percezioni” e pensato prevalentemente per essere rappresentato per scuole, data l’importanza didattica degli autori scelti, lo spettacolo vive di momenti visionari e spesso magici, grazie all’intervento interattivo del “video mapping” che diventa il quarto protagonista dello spettacolo. L’uso di questa tecnologia dona alla messinscena un tocco moderno e accattivante per il giovane pubblico. I tre protagonisti, inoltre, lavorano su tre piani diversi: onirico, grottesco e naturalistico, dando prova di grande versatilità. La pièce viene rappresentata anche a Caltagirone, sempre per le scolaresche.
Note di regia
Nella terminologia ballettistica, il pas de trois è il passo a tre: ovvero tre danzatori che eseguono insieme la sequenza di una coreografia. Da qui nasce l’idea del titolo; l’eterno balletto di lui, lei, l’altro -il triangolo per eccellenza- ritratto da due penne diametralmente opposte. Giovanni Verga ed Italo Svevo messi a confronto, dunque, sono due degli esponenti più importanti della letteratura italiana, qui fotografati sullo sfondo delle loro identità drammaturgiche: da un lato la Sicilia rurale, attraverso l’arte verista e amara de La caccia al lupo; dall’altro il tipico salotto finemente arredato, dall’atmosfera borghese e surreale di Terzetto spezzato. La scelta di regia avviene prima di tutto nella collocazione scenica: in entrambi i racconti ritroviamo un luogo simbolico, scevro da naturalismi, sul quale incombono delle finestre-dipinti attraverso cui, come “l’arsenale per le apparizioni” di pirandelliana memoria, lo spettatore potrà vivere gli stati d’animo che agitano i protagonisti delle due vicende. E così avverrà che i personaggi torneranno fantocci e gli attori rischieranno di rimanerne imprigionati poiché le creature dell’autore possono ridersi anche della morte, vivendo per l’eternità.